Manaus, 29 dicembre 2011
Carissimi Amici di Oltremare,
scusate ma non sono riuscita a scrivervi prima. Spero abbiate passato bene il Natale. Qui il Natale è un po’ strano perché è caldo ma per il resto è uguale all’Italia. Negozi illuminate, strade e palazzine con luci e alberi di Natale. Nei rioni di periferia è più difficile vedere queste scene ma in centro, è quasi come in Italia.Qui in Brasile l’anno sociale finisce a dicembre e le attività riprendono all’inizio di febbraio. È un tempo di vacanza. Inizia il tempo delle piogge e quindi il clima è un po’ più fresco ma anche più umido.Abbiamo terminato anche noi le attività pastorali e sono molto felice di condividere con voi delle piccole conquiste che siamo riusciti ad ottenere anche grazie alla vostra collaborazione.In primo luogo voglio raccontarvi un po’ della nostra Associazione Viva a Vida. Alla fine dell’anno scorso abbiamo cominciato a riflettere sulla violenza e non rispetto alla vita che è sempre più evidente in questa città. Manaus è una metropoli con circa due milioni d’abitanti, nel cuore dello Stato Amazonas. Molte sono le violenze di tutti i tipi ma ciò che ci ha colpito maggiormente è che Manaus è la città con uno dei più alti indici d’aborto. Molte vite sacrificate, vite innocenti che per di più non hanno possibilità di difendersi.Dire che l’aborto è il maggiore dei crimini non era più sufficiente per noi (io, una avvocata laica e un sacerdote Gesuita) dovevamo offrire un’alternativa perché le donne che non desiderassero praticare l’aborto, e erano costrette da mariti, genitori o amanti, potessero poter salvare i loro figli. Abbiamo così invitato degli altri professionali ad abbracciare con noi questa causa in difesa della vita. Abbiamo cercato una casa che potesse essere affittata, e che avesse spazio sufficiente per poter accogliere le giovani donne che ci avessero chiesto aiuto. Abbiamo comprato cellulari e un computer. Abbiamo fatto piccoli volantini che invitavano le persone che erano in cinta e stavo pensando in aborto, o erano in situazione disperata, a telefonarci.Due psicologhe rispondono giorno e notte a questi telefoni, fissano un appuntamento con chi ci chiama e così comincia la “sfida”, bisogna lottare per la vita di quel piccolo essere che non ha ancora visto la luce e che forse non la vedrà mai. Le due giovani signore incontrano le giovani o le donne che telefonano, cercano di convincerle che la vita deve essere difesa, che si possono incontrare altre alternative per poter “fare vivere quel bambino che portano nel grembo”.Dal mese di agosto ad oggi abbiamo ricevuto più di trenta telefonate, ogni volta è un caso nuovo, una sfida nuova, una situazione nuova. Siamo riuscite a convincere alcune mamme a tenere il bambino, con altre no e ci siamo chieste in cosa possiamo migliorare.Per poter crescere in una “cultura di vita” abbiamo, con i membri dell’associazione, organizzato tre giorni di incontri e conferenze in difesa della vita, parlando di vita e aiutando giovani e adulti a riflettere sul valore della vita e sulle condizioni necessarie perché la vita possa vivere.La gioia più grande è stata quando una delle mamme che stavamo accompagnando ha dato alla luce il bambino. Ho pensato: “questo bambino poteva non nascere… e invece è qui! Com’è bello!” Ci siamo sentiti profondamente felici e come Maria Maddalena, lo abbiamo detto a tutti!
Buon Anno 2012! Che il Signore vi dia la forza e l’entusiasmo necessario per continuare ad aiutare i fratelli più bisognosi!
Sr. Rosanna Marchetti
Missionaria dell’Immacolata – PIME
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Buon 2012 da Suor Rosanna
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