Carissimi,comincio questa lettera a Bissau, ma ormai in partenza per Suzana, dove spero di terminarla: se no sarà per stasera a Ejin. Intanto, per la strada penso a voi e prego per voi.Sono venuto a Bissau per due ragioni, prendendo due piccioni con una fava (piccioni che poi sono stati tre). Innanzitutto usciva finalmente dal porto il container spedito a fine settembre, con i due Land Rover (usati, naturalmente) e altri materiali che ci permetteranno di portare avanti i nostri lavori, oltre che di aiutare la nostra gente. Poi si è trattato di rinnovare il Consiglio Presbiterale, votando i membri che devono essere eletti dai colleghi presbiteri. Non mi ha fatto bella impressione il fatto che fossimo presenti più o meno la metà di quanti dovevamo esserci, e la più parte senza sentire la necessità di giustificarsi: non ci vado, non voto e basta. D’altra parte anche i responsabili l’hanno fatto apparire un po’ come una semplice formalità da sbrigarsi in una mezz’oretta! E pensare che avrebbero dovuto esserci tutti i 66 preti che operano in diocesi! Un’occasione per un incontro: sfumata, anzi, peggio, fatta sfumare!. Vedete che non sempre sono rose. Il peggio è quando siamo proprio noi a combinare i pasticci e a… scantonare!. E’ proprio vero che la chiesa è fatta anche di uomini: meno male che la testa è Lui, se no chissà dove eravamo a quest’ora! Comunque andiamo avanti, che veniamo proprio ora dall’aver percorso un Anno della Fede: sarà mica stato per niente, spero!Riprendo oggi 13.12 a Suzana, dove sono appena arrivato. Ieri non era a Ejin che dovevo andare, ma ad Ehlalab. Mi sono portato anche il computer per continuare questa letterina, ma, dopo che recitando Compieta ho dovuto risollevare ben quattro volte la testa cascata sul breviario per il sonno, ho deciso che era più igienico andare a dormire, rimandando il tutto a oggi. Così stamattina sveglia prima delle 5 e Messa alle 5 e 20, così anche chi la domenica non può venire perché deve stare a scacciare gli uccelli che gli finirebbero il riso prima di mieterlo, durante la settimana può partecipare all’Eucaristia, oltre che alla sua bella catechesi.Il terzo piccione? Preso al volo!. Come arrivo a Bissau squilla il telefono: c’è una riunione della Commissione “Riconciliazione, giustizia, pace e diritti umani” (e scusate se è poco!) e la voce dall’altra parte mi dice: ”Visto che della tua zona pastorale non abbiamo nessun recapito, vieni almeno tu che sei il responsabile”. Bella questa! Comunque la mattina, sistemato il capitolo catechesi felupe per il matrimonio, vado a ‘sta benedetta riunione: il Vescovo e… quattro gatti. La prima impressione è un po’ poco positiva: io arrivo in ritardo perché uno dei catechisti non c’era e ho dovuto cercarlo, ma al mio arrivo i lavori non erano ancora cominciati.Si comincia: siamo nella palta! Ci sono elezioni in vista dopo che sono state rimandate un’altra volta. Che prospettive ci sono? Nebbia in val padana! E’ cominciato il censimento per attribuire i certificati elettorali: da quel poco che si vede e si sente pare sia piuttosto “selettivo” o, per così dire, “pilotato”, in modo da avere votanti di una certa sponda, con auspicata esclusione di altri di sponde diverse. Poi gli osservatori internazionali verranno e diranno che chi aveva diritto di voto (cioè chi era stato recensito) ha votato in” elezioni svoltesi nell’ordine, libere e trasparenti”.Il problema è che gli “altri” hanno fiutato la trappola e… non ci stanno. Cosa succederà? E noi cosa dobbiamo fare, dire di andare a votare in elezioni farsa per fare il gioco di chi l’anno scorso ha fatto il colpo di stato e quest’anno vuole che “gli si dia una mano di bianco” per renderlo presentabile “nella legalità”Siamo davvero nella palta, e di quella che si attacca e non ti fa andare avanti! C’è da pregare il Cielo che ce la mandi buona!Dal cielo non gliel’hanno mandata buona ai due del Pime della neo-parrocchia di S. Domingos.Assoldano due figuri per abbattere un bellissimo albero che impedisce di andare dritti con il recinto ( e poi fa ombra ai pannelli solari… ma quando questi sono stati installati, l’albero era lì da decenni!…). Fatto sta che i miei due confratelli vengono a Suzana per un incontro di catechisti e i due figuri, boscaioli “professionisti” come da loro presentazione, mettono mano alle scuri. Qualcuno dei passanti interviene per richiamare l’attenzione: “Se tagliate a ‘sta maniera, l’albero casca sulla chiesa”. “Siete mica voi che lo tagliate: sappiamo bene noi come si fa!” e avanti. A un certo punto un enorme boato e…. un polverone che avvolge tutto. Quando si dirada, della cappella è rimasto ben poco: centrata in pieno! Se l’avessero voluto fare apposta non ci sarebbero riusciti così bene!Cosa volete fare? La cappella, quando l’abbiamo fatta, non era in proggramma, stavamo facendo la chiesa di Suzana. Si è resa necessaria perché la prima fatta in centro a S. Domingos, era diventata invivibile. Per cui allora, su due piedi abbiamo messo in piedi la struttura in ferro, coperto e poi imbottito con le pareti in muratura. Nata fuori programma, è cascata fuori programma e fuori programma stiamo dando una mano a ricostruirla. Sul mercato non c’era il ferro pere rifare le capriatine così come erano, per cui ricorri ad altri materiali, ma, se Dio vuole, per Natale l’avremo ricoperta.Diciamo che è un po’ una parabola: va’ e ripara la mia chiesa, disse il Signore a Francesco, e quello se ne andò bel bello a riparare la chiesetta di S. Damiano, appena fuori Assisi. “Non quella devi riparare, ma la mia Chiesa, quella vera, quella fondata sugli Apostoli!”. Diciamo che anche noi stiamo lavorando … sui due fronti.Intanto Francesco, il Papa, ci sta svegliando per bene, anche se mi sono addormentato più volte cercando di leggere la sua lettera “Evangelii Gaudium”, che ho già messo in giro confezionata a libretto.C’è una frase su cui mi è cascato l’occhio mentre stavo impaginando il libretto, che dice: “Le sfide esistono per essere superate” (n. 109). Fantastico, è quello che ho sempre pensato …. e non è che non abbia avuto modo, nel mio piccolo, di restare ben allenato! Spero solo che il Signore mi dia la grazia di continuare, anzi di migliorare, tanto più che è sempre più evidente che chi ci fa superare le sfide e le difficoltà è proprio Lui, più che noi poveri tapini. L’importante è conservare la fede… e la gioia, quella gioia serena di cui parlava Paolo VI e che Papa Francesco cita, traducendo le espressioni gentili e poetiche di Montini in un linguaggio immediato che dice: “Un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale” (n.10).Comunque, aldilà di queste espressioni pittoresche, Papa Francesco ci ha tracciato un piano di lavoro eccezionale, come densità, come lucidità, comprensione, misericordia, stile e entusiasmo, quello realistico e sano che mette le ali ai piedi…. e fa tirare su la testa quando casca dal sonno.Diamoci dentro insieme che ne vale la pena. E Buon Natale del Signore Gesù: la gioia dei pastori sia la nostra: e la facciamo nostra “correndo” a vederlo e ad adorarlo. Per poi raccontarlo a tutti, ma proprio a TUTTI. Padre Zé (padre Beppe)
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