Domenica 27 ottobre, Brugherio celebra la Giornata Missionaria Mondiale, che in altre parti del mondo e qui a Hong Kong si è celebrata ieri. L’atteggiamento dei fedeli laici di Hong Kong dal punto di vista dell’evangelizzazzone è positivo e impegnato: sono loro infatti che, di solito, conducono ogni anno i circa 3000 adulti a intraprendere il catecumenato e prepararsi al battesimo. Ringraziamo il Signore e cerchiamo di emularne l’esempio.Quest’anno la celebrazione della Giornata Missionaria è speciale per tutti noi cattolici perché, come sottolinea Papa Francesco nel suo Messaggio, è inserita nel contesto dell’Anno della Fede e della commemorazione del 50° Anniversario del Concilio Vaticano II. Deve essere quindi un’ocasione per rinnovare e manifestare la nostra fede davanti agli altri e nella società in cui viviamo. Questo esige un approfondimento del rapporto personale di amore che il Signore ha dato a tutti con il dono della vita stessa. La fede è un dono, ma non come un bel regalo da esporre siull’armadio di casa e da contemplare ogni tanto: è invece il dono di un rapporto personale da vivere, che Dio ci fa di Se Stesso e del Suo amore salvifico, ed è dato a tutti, per cui nessuno può esimersi dalla responsabilità della risposta.“La fede è dono prezioso di Dio, – scrive Papa Francesco nel Messaggio – il quale apre la nostra mente perché lo possiamo conoscere ed amare. Egli vuole entrare in relazione con noi per farci partecipi della sua stessa vita e rendere la nostra vita più piena di significato, più buona, più bella. Dio ci ama! La fede, però, chiede di essere accolta, chiede cioè la nostra personale risposta, il coraggio di affidarci a Dio, di vivere il suo amore, grati per la sua infinita misericordia. E’ un dono, poi, che non è riservato a pochi, ma che viene offerto con generosità. Tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza!”La fede è un dono che dobbiamo testimoniare e rendere visibile, manifestando la nostra risposta di fiducia e di confidenza nel dono di Dio stesso, in modo gioioso ed entusiasta, per cui le persone che ci circondano vengano stimolate ad apprezzarlo e a dare anche loro una risposta personale. Questo è evangelizzare. Dobbiamo avere sempre il coraggio e la gioia di proporre, con rispetto, l’incontro salvifico con Cristo, di farci portatori del suo Vangelo.Tale testimonianza di fede per la maggioranza dei cattolici, che non hanno ricevuto la vocazione specficamente missionaria di recarsi in ambienti non ancora evangelizzati, deve essere fatta nel luogo dove abitiamo e dove lavoriamo: attualmente persone non cristiane si possono trovare anche fuori della porta della propria casa. Noi dobbiamo essere presenti e testimoni di Cristo in ogni ambiente e sfera della vita umana. Questo è uno dei messaggi principali dati dal ConcilioVaticano II: la Chiesa è missionaria per natura e deve essere presente nel mondo a testimoniare l’amore di Cristo. I cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II° stimolano l’intera Chiesa ad avere una rinnovata consapevolezza della sua presenza nel mondo contemporaneo, della sua missione tra i popoli.Ogni cristiano deve portare Cristo nell’ambiente in cui vive e lavora. Ma un altro passo del Messaggio papale sottolinea “… è importante non dimenticare mai un principio fondamentale per ogni evangelizzatore: non si può annunciare Cristo senza la Chiesa. Evangelizzare non è mai un atto isolato, individuale, privato, ma sempre ecclesiale”.Testimoniare Cristo esige, quindi, non solo vivere integralmente la nostra fede personale, ma anche viverla nella comunione ecclesiale, cioè testimoniare la Chiesa, che è il Corpo di Cristo e che non ne può essere divisa. E la testimoninza della Chiesa che si deve mostrare non deve essere ridotta solo ad un’agenzia di assistenza, ma deve manifestarsi come comunità di persone che condividono la stessa fede.Testimoniare l’amore salvifico di Cristo non è fare proselitismo, perché non si costringe nessuno a credere. La nostra missione è di annunciare il Vangelo di Cristo: tocca al Signore convertire, toccare i cuori e attirarli a Lui. Per questo l’impegno missionario più importante per noi diventa la preghiera per la conversione dell’umanità: uniaomoci, dunque, a pregare con insistenza per la nostra continua conversione e per la conversione di tutti.
P. Sergio Ticozzi, PIME
Hong Kong, 21 ottobre 2013