Bissau, 8.10.2014
Carissimi, questo pomeriggio mi sono messo a scrivervi. Non sapevo da che parte cominciare. Sapete cos’ho fatto? Sono andato a rapporto dal Capo, in chiesa, e gli ho detto: “Io ora prego l‘Ufficio con i salmi di oggi. Tu intanto pensa cosa mi devi suggerire poi cominciamo”.“Ma come, con tutte le cose belle che hai visto in questi giorni, non sai da che parte cominciare?” Ma quali cose belle: c’è in giro un’epidemia ammazzagente da fare spavento, l’Ebola e è proprio qui a due passi da noi. Come se non bastasse c’è chi si diverte a mozzare il capo ai cristiani e nessuo dice niente! C’è una guerra non dichiarata ma proclamata e attuata con un fanatismo che fa rabbrividire e… “ci sono tante cose belle?” Ma andrebbero fatti fuoi tutti i musulmani, così sento dire, con prospettive che fanno rabbrividire.Intanto quelli che mozzano il capo ai cristiani non sono “i musulmani”, ma alcuni diloro, disapprovati dalla maggioranza, tant’è vero che, quando gli gira mozzano il capo anche a loro. Non è che questo possa consolare, anche se il pericolo che vien da gente così non è nuovo per l’Italia, specialmente per le popolazoni rivierasche: basta guardare quanti paesi in Liguria hanno la loro torre di guardia per scrutare in mare l’arrivo dei “pirati saraceni” ed avere il tempo di mettersi in fuga… Erano altri tempi, altre condizioni, altri giochi anche politici. Va bene, ma le 836 teste mozzate in un sol giorno a Otranto? Non siamo tanto fiscali: con la tanto decantata Rivoluzione francese, senza nemmeno l’ombra di un mussulmano, fu necessario inventare una macchina, tanto si tagliavano teste in quantità industriale! Per carità!Piuttosto c’è una cosa che tutti o quasi dimentichiamo. Tutti pensiamo: come faremo a scamparla? Difesa? Sì, ma come? Fuga? Sì, ma dove?E ci dimentichiamo che “la miglior difesa è l’attacco” come recita il vecchio adagio.Se è per questo abbiamo una coalizione di vent’otto paesi che sono d’accordo per bombardare….Non facciamo scherzi, non è di questo genere di attacco che sto parlando!….Qualcuno pensa che è questo genere di violenza che disintegrerà l’Europa? Sempre si è visto che la violenza genera violenza e che tali fenomeni tendono a elidersi a vicenda, basta leggere la storia anche solo del Novecento.C’è ben altro che ci può disintegrare! Posso proporvi una mia lettura? Sapete, mi trovo nella condizione del pittore che fa tre passi indietro per vedere ciò che sta dipingendo ed averne una prospettiva un po’ più “globale”: tre passi, da lì a qui, in Africa dove mi trovo. Poi della mia lettura fatene quel che volete, tanto…..Non è che qui si stia meglio o che qui non si stiano perdendo valori fondamentali che pure avevano resistito all’assalto della “Occidentalizzazione”. E’ che qui è rimasta ancora una piccola capacità di essere contenti con poco, di assaporare qualcosa che lì in Europa si è inquinato in maniera paurosa: la gioia, assaporare la gioia semplice, per cose semplici, naturali, non artefatte, non inquinate. La capacità di far festa con poco, festa che ti rigenera, ti dà la carica. Non parlo di certe “feste” interminabili che ora stanno prendendo il sopravvento, feste di giovani “occidentalizzati” o “globalizzati”: dico quelle tradizionali, da oggi a domani, genuine, anche magari con una sbornia di quelle che la mattina dopo sono un ricordo.E feste anche senza sbornia, con valori magari “importati”, ma universali, che vengono proposti da chi “sa come le cose funzionano” perché le ha create Lui.L’abbiamo fatta anche noi una festa, una di queste, in occasione del mio 50° di Ordinazione. Volevo che fosse una festa di Chiesa, di gente contenta di essere amata e prescelta dal Signore, e da Lui “incaricata” di vivere e diffondere questa gioia: la gioia di sentire che Qualcuno ti vuol bene, e “ti vuole un bene da Dio”.L’abbiamo fatta, la festa, in occasione, o meglio, come parte del conferimento della Cresima a un gruppo di giovani e ragazze diciottenni. Abbiamo voluto stendere davanti a loro deipercorsi di vita che Gesù ci propone, anche con la presenza della croce, ma in cui c’è da trovare la vera “gioia”: autentiche “vocazioni” “chiamate” ad assaporare la gioia che viene da Lui.Gli sposati hanno testimoniato la loro gioia di essere “sposati nel Signore”, con il loro amore ben vivo nel Suo anche dopo più di 50 anni di matrimonio “cristiano”, e così via via anche gli altri, dopo i cinque anni. Poi è stata la volta di chi si è consacrato a Dio, due religiosi e ben sei suore, ragazzi e ragazze cresciuti nelle nostre comunità di Suzana, contenti di essere stati scelti da Lui, contenti che Lui gli vuol bene. Poi è stata la volta dei preti: quattro, l’ultimo dei quali è già stato chiamato a ricevere il premio, la gioia infinita; il primo con già 20 anni di sacerdozio e sempre entusiasta… e il veterano, il sottoscritto, contento di essere prete come e più di cinquant’anni fa. E poi una decina di seminaristi e quasi altrettanti in preparazione. Gliel’abbiamo detto chiaro: Noi siamo poveri diavoli, non sempre siamo stati fedeli, ma Lui sì, è sempre fedele nel suo amore e ci dà la grazia, col perdono, di ricominciare sempre nella gioia; non solo, ma ci fa anche capaci di donare la gioia del perdono a chi è stato infedele verso di noi.Ripeto: è la gioia di sentire che qualcuno ti vuole bene: ti mette le ali ai piedi. Quando poi questo qualcuno è Lui, allora non ti fermi più, lo vai a dire a tutti. … e la gioia diventa la cifra dell’annuncio, come ci ricorda papa Francesco nel Messaggio della Giornata Missionaria Mondiale di questo Ottobre, dopo avercelo ricordato nella sua “Lettera” “La gioia del Vangelo”. Lo percorre tutto il Vangelo, la gioia, da Betlemme alla Resurrezione, per poi continuare negli Atti degli Apostoli dove Luca ci dice più volte che le comunità che si convertivano a Cristo “erano piene di gioia”, e questo nonostante le persecuzioni.Siamo debitori di questa gioia anche noi, che abbiamo conosciuto l’amore dei nostri genitori, magari mica tutti santi da altare, ma capaci di amarsi seriamente, capaci di perdonarsi. .. e a noi bambini ne derivava una sicurezza: i nostri genitori sono capaci di volersi e di volerci bene: lo si respirava in casa questo amore solido.Che tristezza ora sapere di certe coppie che, quando si sposano, mettono giù anche le clausole dell’eventuale divorzio! Assurdo! Abbiamo messo l’etichetta della scadenza non solo ai vasetti di marmellata e ai dadi per brodo, ma anche al matrimonio e a quello che chiamiamo “amore”: senza dire che alle volte lo confondiamo con qualcosa di passeggero o addirittura con la vera e propria libidine, e invochiamo addirittura delle leggi nuove per legittimare che ” io faccio quello che mi pare e tutti zitti!” Ma i bambini che popoleranno l’Europa di domani e dopodomani quando potranno invocare leggi che gli garantiscano che i loro genitori (papà e mamma signori miei!), sanno volersi bene senza cartellini di scadenza e quindi sanno voler bene anche a loro? Ci vorranno delle leggi che gli dicano di sentirsi amati? E la gioia di vivere dove andrà a finire?C’è in corso un Sinodo, noi a Bissau ne stiamo cominciando un altro: mettiamoci in ascolto della Parola di Dio, insieme; lasciamo da parte le letture distorte e interessate a intorbidare le acque e… riscopriamo la gioia di sentire che Lui ci vuole “un bene da Dio”!!Auguri sinceri a tutti voi da tutti noi!
Padre Zé
PS. Le foto le trovate nel sito www.suzana.it . sono tante e così belle che…. Non riesco a scegliere|PS. Fatti di cronaca. Come tutti gli anni, in Agosto abbiamo avuto con noi un gruppo di “Giovani e Missione” Tra le altre cose con loro abbiamo rieditato il Vangelo di Marco e gli Atti degli Apostoli.Visita anche di mio fratello Alfonso. Risultato: due chiese hanno cambiato fisionomia, con banchi da chiesa prodotti in loco dalla “premiata falegnameria Fumagalli”…. e soci locali.