Brugherio 10 Giugno 2016
Carissimi,ancora una volta inizio a scrivere questa letterina a partire dal paesello natio. I controlli medici si sono fatti frequenti, anche se non ci sono motivi di allarme. Anzi vi posso dire che il neurologo che monitora il morbo di Parkinson ci ha trovati bene, sia me sia il mio ospite mister parkinson, che cerco di tenere buono buono perché non si arrabbi e non si metta a fare le bizze. Questa volta il soggiorno in Italia sarà un po’ più lungo: due mesi. Me l’ha detto il mio Superiore, aggiungendo che devo anche riposare un po’, magari in montagna. Ai superiori noi abbiamo promesso obbedienza, per cui…. alle volte ci riusciamo anche a dire di si. Poi c’è anche il detto secondo cui al medico bisogna proprio obbedire, se no sono guai. Il guaio vero è che il mio superiore è anche medico, per cui… non si scappa. Come diceva il poeta latino: cade in Scilla chi vuol evitare Cariddi.Ho dovuto interrompere la lettera e la riprendo solo dopo alcuni giorni, purtroppo con una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno: due delle suore adoratrici del sangue di Cristo, suor Romana Sacchetti e suor Esperia Sulis sono morte in un incidente stradale, a Bula, lontane dalla loro missione. La suora che guidava, suor Chantal, nativa del Benin, è rimasta gravemente ferita, come pure ferite sono rimaste, chi più chi meno, le ragazze che viaggiavano dietro.Andavano all’ordinazione di un sacerdote guineano del loro Istituto: macchina stracarica, asfalto sbrecciato sui margini tutti rotti e con dislivello notevole col resto del terreno, autista con poca pratica: la macchina, che non correva forte, deve aver messo una ruota giù dall’asfalto e si è inclinata, la suora deve aver perso il controllo, nel panico probabilmente ha pigiato il pedale sbagliato, cioè l’acceleratore invece del freno, e la macchina è schizzata:ha capottato più volte, suor Romana è morta sul colpo, suor Esperia appena giunta all’ospedale, cosciente, sapendo di morire.Suor Romana, dopo una esperienza di missione in Tanzania, era giunta in Guinea nel 1981 a dar man forte alle prime quattro consorelle arrivate l’anno prima. Infermiera instancabile nel girare in un’infinità di villaggi per assistere mamme e bambini: un’autentica istituzione! Suor Esperia era maestra, catechista con una preparazione considerevole, affinata poi dall’esperienza di catechista itinerante del Movimento Neocatecumenale. E’ arrivata in Guinea nel 1984 e si è dedicata subito alla catechesi nella nuova parrocchia di Ingorè, che proprio allora nasceva con territorio scorporato dalla missione di Suzana. Abbiamo collaborato non poco ed ho potuto apprezzarne la competenza e la dedizione appassionata con cui accompagnava la formazione dei catecumeni.Umanamente parlando si tratta di una grossa perdita, calcolando le poche forze che abbiamo, di fronte a una mole di lavoro che grazie a Dio va aumentando, Sappiamo però che gli “operai della messe” li conta LUI, il Padrone della messe. A noi compete pregare perché dia alle due suore il “soldo” che lui ha promesso e perché chiami altri operai per la messe; ricordandogli pure che sostenga noi che siamo rimasti a lavorare, soprattutto le consorelle, le persone che stavano assistendo o accompagnando, le loro comunità; e i famigliari che da lontano sono rimasti colpiti dalla loro scomparsa.La fede ci fa guardare avanti, decifrando i segni del suo amore che Lui moltiplica sul nostro cammino, segni che ci confermano nella volontà di seguirLo sempre, annunciando Lui, ragione della speranza nostra e di ogni persona che gli fa spazio nella sua vita.Alcuni di questi segni li abbiamo visti anche nelle nostre comunità, che hanno espresso nuovi “operai della messe”.La domenica 10 Aprile festa in borgo. Tutte le comunità riunite per la Messa di ringraziamento per l’Ordinazione sacerdotale di un nuovo Felupe doc, padre Massimo Kapina o.f.m. avvenuta il sabato dentro l’Ottava di Pasqua: freschissima dunque.Papà e mamma del novello prete, frate francescano, sono Felupes nati e cresciuti a Suzana; il papà battezzato il 5 giugno ’69, col secondo gruppo, la mamma nel ’70. Sposati nel ’71, uno dei primissimi matrimoni tra giovani cristiani. Dopo l’indipendenza, nel 1974, non vedendo ancora figli, si trasferirono a Cumura, presso Bissau, inserendosi nella comunità cristiana di quella parrocchia come membri attivi, soprattutto nella pastorale delle famiglie.Macellata la rituale mucca, che sempre fa le spese delle feste di una certa portata, abbiamo pure rivissuto momenti dell’esperienza di vita con Padre Spartaco Marmugi, ricordando raccomandazioni tipicamente sue, che poi, quel giorno stesso ho avuto la gioia di vedere assimilate da elementi delle nostre comunità, dal p. Massimo stesso e da altri collaboratori, che le hanno espresse in modo vivo ed ineccepibile. Ho visto questa chiesa camminare coi suoi piedi, lavorare con le sue braccia e parlare in prima persona con chiarezza e convinzione. Sia ringraziato il Signore.Il 26 Maggio, dopo il mio rientro in Italia per i soliti controlli, nella comunità di Katon, prima professione di una nuova suora marianita: suor Noemi Ampajau, figlia di Simone e Mari venuta a mancare nel 2007.Noemi fu battezzata da me a Katon bambina di sei anni, insieme coi genitori nel ’92 ed è la prima suora di quella comunità, anche se, nel computo delle suore felupes, si trova all’ottavo posto.Davvero il seme gettato da p. Marmugi sta fruttificando! Noi ci spendiamo volentieri perché nulla vada perso, anzi perché possa fruttificare il cento per uno, tanto è stato irrorato di sofferenza, specie nelle persecuzioni che agli inizi della comunità di Katon infuriarono con apice nel ’73, ultimo anno di vita di p. Spartaco.Quest’anno ricorre il centenario della nascita di p. Spartaco Marmugi, nato a Sovigliana di Vinci (FI) appunto nel 1916. Abbiamo intenzione di illustrarne la sua figura anche ai più giovani, che non l’hanno conosciuto, perché si rendano conto di quale dono il Signore ha fatto alla loro gente.E a me. Stiamo vedendo come farne partecipi anche tutti voi. Forse ci riusciremo, un pochino.Il mio rientro a Suzana è previsto per il 19 Luglio pv.A Suzana finora non sta piovendo. Vi chiedo di pregare il Signore perché ci pensi!GRAZIE. Buone ferie: Auguri a tutti voi da tutti noi.
p. Zé (p. Giuseppe Fumagalli)