Carissimi, le piante in fiore annunciano la primavera ormi prossima, con la natura che si risveglia in una festa di vita e di colori dopo il grigiore dell’inverno ormai passato.Per noi cristiani poi, non si tratta solo di un fenomeno naturale pur bello e ricco di poesia con quel suo messaggio di speranza che ci dice che la vita non è mai sconfitta; per noi c’è un’altra primavera, un’altra vita, una speranza ancora maggiore: la PASQUA.Da quando Gesù risorgendo ha sconfitto la morte, la speranza ha acquistato uno spessore nuovo ed è diventata certezza: la certezza di essere amati e salvati da Chi la vita l’ha creata, la conduce e la porta a una fioritura nuova, insperata, al di là di ogni e qualsiasi eventuale sofferenza, anch’essa trasfigurata dalla Croce che Lui ha portato per nostro amore.Fa gelare il cuore il vedere come nel nostro mondo occidentale la morte si fa strada imponendosi come legge inesorabile.Esorcizzata in mille modi, chiamata con mille nomi diversi, entra nel quotidiano quando ci si serve di lei per impedire che vengano alla luce esseri umani ritenuti degli “intrusi” che vengono a turbare la nostra vita, o meglio, il nostro stile di vita: e crediamo di tranquillizzare la nostra coscienza proclamando che l’aborto è un diritto, perfino riconosciuto dalla “legge”. Una volta si diceva che i popoli che praticavano l’infanticidio erano “selvaggi” e li pensavamo dispersi in foreste o su isole lontane, dove la “civiltà” non era ancora arrivata….Raccapricciante, eppure dilaga nei media, il discorso sull’eutanasia: a furia di parlarne usando mille pseudonimi, l’eliminazione di chi ci è di peso, anziano o malato, non fa più notizia. La faceva al tempo del Nazismo, quando se ne parlava condannando appunto quel regime “inumano”. Vien fatto di pensare che la condanna era solo una mossa politica, usata perché serviva al momento per determinati fini, mentre la realtà che si perseguiva era un’altra.
Chiedo scusa per l’insolito inizio di questa lettera che di solito vuole informare sull’andamento della Missione, ma vi confesso che non mi sento fuori tema. Sinceramente mi trovo un po’ in imbarazzo, quando mi sento mandato ad annunciare Colui che ha detto “Sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza” (l’avverbio greco direbbe “esageratamente”, fuori misura) e poi mi sento domandare: “Ma perché allora voi non volete bambini ed eliminate vecchi e malati che hanno bisogno di tutto?”. Voi che cosa rispondereste? Che queste sono conquiste della civiltà? E per quanto riguarda il “Diritto a morire con dignità”? Non posso né voglio giudicare nessuno, ci mancherebbe, ma come lo posso conciliare con quanto annuncio, cioè che niente, nessuna sofferenza e nemmeno la morte ci può separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù Signore nostro? (cfr Rom. 8,39 ma si veda anche tutto il cap.8).Quando durante la guerra del 1998 in Guinea con la presenza di truppe senegalesi in appoggio al dittatore, il nostro vescovo, che cercava di trattare la pace, era lasciato solo dagli altri vescovi della conferenza episcopale, senegalesi appunto, io andai in Vaticano a dire che si dessero una mossa, se no come potevo continuare a fare la catechesi sulla Chiesa dicendo che essa in Dio è una sola famiglia fin quando i fratelli non si aiutavano l’un l’altro, e mi diedero ascolto. Ora non c’è Vaticano che tenga: dipende da tutti e da ognuno di noi testimoniare l ‘amore alla Vita, che ha valore perché è nelle mani di Dio; tocca a noi avere la vera con-passione, condividere la sofferenza di chi vede la vita “perdere senso” e restituirle la dignità di una “missione”, e non di quelle di minor conto.Come vedete dalla data, anche questa volta vi scrivo da Brugherio, dove sono arrivato il 19 Febbraio per un ulteriore controllo al caval di s. Francesco, diciamo che sono venuto a “fare il tagliando” alla macchina. Come sempre devo ringraziare tutti coloro che ho incontrato perché è stupendo sentirsi accolto come voi sapete accogliermi: prego il Signore che vi ricompensi come solo Lui sa fare.Notizie di laggiù? Presto detto Innanzitutto, a livello di Guinea, lasciamo stare di parlare o sparlare della situazione politica: sembra che anche noi qui in Italia non abbiamo moto da insegnare.A livello di Chiesa locale, abbiamo fatto la prima sessione del primo Sinodo della storia della Diocesi di Bissau, un avvenimento appunto “storico”.La preparazione non è stata delle migliori. L’impegno dei partecipanti è stato lodevole. Purtroppo è mancata all’appello l’esperienza, che non ci poteva essere trattandosi della prima volta, ma forse anche una certa duttilità nel far fronte a cose che magari non si erano previste a tempo. Sono soddisfatto di come sono andate le cose? Non posso dire di si, però c’è speranza di migliorare. E’ prevista una seconda sessione a Giugno e dobbiamo lavorare perché sia meglio della prima. Forse non si farà a tempo a concludere tutti i lavori, ma niente impedisce che si possa aggiungere magari un supplemento… Chi sta nella stanza dei bottoni magari ci potrà pensare.Dalla stanza dei bottoni (si fa per dire) di Suzana sono uscito io: subentra il nuovo parroco, con tutto l’appoggio e l’affetto che si merita e il 17 Giugno avremo l’ordinazione sacerdotale del nostro don Maiuka, il diacono che già fa parte della nostra squadretta.E io? “Quiescente” poco capace di “stare quieto”. Lascio il palco e mi infilo nella buca del suggeritore. Mi sto già allenando e… mi dà parecchio da fare, visto che, grazie a Dio, chi mi succede vuole privilegiare la continuità pur nella inevitabile e provvidenziale novità.E’ un momento delicato, ma che mi dà molta speranza: vi chiedo di pregare perché il nostro servizio a queste comunità si svolga in una fraternità che guarda al futuro con i piedi ben poggiati sulle fondamenta poste dai predecessori. Le premesse, grazie a Dio, ci sono tutte: spetta a noi farle “maturare” e diventare realtà secondo uno sviluppo armonico e costante.I lavori?Abbiamo cercato di dare una mano alla preparazione al Sinodo stampando e diffondendo nelle parrocchie gli interventi che via via venivano “postati” nel blog della Diocesi: un lavoro non indifferente.Abbiamo “azzannato” il lavoro di manutenzione straordinaria del ponte di Boaj, il primo, costruito nel 1992, lungo ben 106 metri. In realtà si tratta di una “ricostruzione” al 50% con la sostituzione di tutto il materiale in ferro ormai divorato dalla salsedine, l’aggiunta d’un pilone in cemento, la nuova sistemazione delle teste dei piloni con travature in legno (avete in mente i famosi “traversini” delle ferrovie?) e altro, che sta sollecitando ancora una volta la fantasia e l’inventiva per venire a capo delle difficoltà che via via si presentano. Devo comunque dire che la nostra gente ha capito l’utilità del ponte, non può più farne a meno, per cui si impegna notevolmente nel dare una mano per i lavori necessari, che stanno continuando anche ora in mia assenza.Fronte coltivazioni. Stiamo serrando le fila e arruolando nuovi volontari per camminare verso una agricoltura più redditizia grazie al lavoro delle macchine. Interveniamo anche per conto terzi, cioè per appoggiare l’attività di ONG presenti sul territorio e impegnate nello sviluppare l’orticoltura.Ci è piovuto dal cielo un aiuto insperato: un uomo di un villaggio vicino, già in età, con una buona preparazione in orticoltura che è venuto a chiedere aiuto. Gli abbiamo fatto la proposta di gestire in proprio l’orto dentro la missione, così da aprire in seguito la strada a giovani che si convincessero della bontà dell’iniziativa. Ci si è messo d’impegno e l’orto è finalmente rifiorito. L’uomo ci sa fare, non solo, ma vuole dare una mano anche ad animare i giovani in questo senso. Un passo dopo l’altro, forse si apre una strada verso il futuro.Si diceva che chi vive sperando muore cantando e chi vive cantando morrà sorridendo. Io credo che la speranza è l’altra faccia della fede, visto che la nostra speranza non significa “speriamo che, magari…”Bensì, come dice Paolo, “so chi è Colui nel quale ho posto la mia speranza e so che non mi deluderà” (cfr.2Tim.2,12b). Mentre scrivo stiamo aspettando Papa Francesco. Se piace a Do parteciperò sia all’incontro in Duomo a Milano sia alla Messa nel Parco di Monza. Porterò nel cuore la Chiesa di Guinea, le nostre comunità e tutti voi: che il Signore c confermi nella fede e nell’amore e faccia di noi seminatori di speranza, quella che Lui ha portato risorgendo dai morti.Buona Santa Pasqua a tutti.
Padre Zé