Carissimi, ancora una volta vi scrivo da Brugherio che, anche se da parecchi anni è assurta al rango di città, per me resta sempre il “paesello natio”, là dove sono le mie radici. E’ ben vero che ormai sono molti di più gli anni trascorsi altrove che non quelli passati qui, ma le radici sono radici, fanno parte della nostra identità e su questo non si discute. Certo, la pianta cresce e allarga i rami, senza pretendere di selezionare gli uccelli che verranno a posarsi: a me il Signore ha chiesto di essere un ramo lungo fino all’Africa e mi va bene; se la pianta è buona non sarà la quantità nè la diversità degli uccelli che la faranno cadere!Uccelli a parte, qualche notizia, e non solo di lavori.L’otto Settembre scorso ha fatto la professione religiosa nella Congregazione dei Missionari Spiritani francesi il nostro Jacinto Sibandihó della comunità di Suzana, figlio di Raul Baliu Sibandihó, uno dei nostri catechisti della prima ora e papà di padre Marco, sacerdote diocesano ordinato fin dal 2002. Così è il secondo dei suoi figli sulla strada del sacerdozio, e missionario per giunta. In febbraio sarà ordinato Diacono e poi ci diranno quando sarà ordinato prete.Appena dopo il mio rientro, che sarà il 12 Novembre, la domenica 19, o forse il sabato 18 ancora non si sa di preciso, verrà ordinato prete il diacono di cui vi ho parlato nella lettera precedente, don Matteo della comunità di Ejin, lui pure figlio di catechisti. Andrà a svolgere il suo ministero nella parrocchia di Mansoa dove anche il PIME ha lavorato per circa trent’anni e dove tuttora lavorano le suore missionarie dell’Immacolata, le suore del PIME.Non ho ancora finito: il 25 Novembre farà la professione solenne tra i Francescani e in seguito verrà ordinato diacono Frate Lucas, figlio di Albert, uno dei primi cristiani e catechista della comunità di Katon. Poi ci diranno quando anche lui sarà ordinato prete.Il vivaio sta dando ancora frutti, perché ci sono altri alle loro spalle che si stanno preparando, anche per il PIME, figuratevi!La speranza è che questi avvenimenti scuotano un po’ anche gli altri giovani, che si stanno “addormentando” in una “stasi” senza vie d’uscita. Ve ne ho già parlato in passato, non sto a ripetermi: assenza di prospettive, che invece di “aguzzare l’ingegno” come si suol dire delle difficoltà, induce ad un immobilismo, ad una vera e propria inerzia propria di chi “si lascia vivere” invece di “aggredire” la vita con spirito di iniziativa. Ce la stiamo mettendo tutta per dare loro una mano, ma credo che ci voglia anche tanta testimonianza o, come si diceva una volta, tanto “buon esempio” da parte nostra.Orpo….., mi stavo dimenticando di darvi anche qualche notizia di noi.Il sottoscritto è arrivato in Italia già da tre settimane: la schiena mi sta “presentendo il conto” e, a parte tante altre cose, ha anche un po’ ragione: le sgroppate in moto e le corse in fuoristrada là dove le strade non ci sono credo che possano lasciare un segno, tanto più che la cosa è durata quasi ciquant’anni ormai. Non me ne pento, tornerei a fare lo stesso (magari con un pochino di prudenza in più direbbe qualcuno…). L’importante è guardare avanti. La salute continua a reggere e allora guai a chi si ferma. Il lavoro sul terreno lo sta portando avanti il p. Abramo Cabral, il mio Parroco, con i suoi collaboratori, il diacono Don Maiuca che prossimamente sarà ordinato sacerdote e… sorpresa, un altro diacono, Don Vitor, arrivato a Suzana l’altro ieri più le suore e i catechisti. A me il compito di rifornirli di quanto serve: ricostruzione del cammino delle varie comunità, aspetti della cultura locale da relazionare col Vangelo, catechesi in lingua felupe, testi per incontri di preghiera, nuovi canti per la liturgia e sistemazione del repertorio, ecc. ecc. E ancora un occhio all’officina per dare qualche dritta a chi sta ancora imparando,Come vedete, il lavoro non manca, grazie a Dio. Ciò che più importa però è ancora quello che ci raccomanda papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale di domenica 22 Ottobre. Dice testualmente così: “Anche quest’anno la Giornata Missionaria Mondiale ci convoca attorno alla persona di Gesù, “il primo e il più grande Evangelizzatore”, che continuamente ci invia….”Mi sono venute in mente due cose. Primo, la metafora che papa Francesco ha usato parlando ai preti di Roma per dire loro che devono stare vicini alla gente: “pastori con l’odore delle pecore”, tanto vicini da portarne con sè l’odore. Secondo: Paolo, nella seconda lettera ai Corinti, 2,15 usa la stessa metafora:”Noi siamo dinnanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono…”. Si può sapere come facciamo a “profumare” di Cristo se non stiamo vicini a Lui, se lo lasciamo da parte? E poi, scusate, come fa ad inviarci se siamo così lontani da non udirne la voce? Vogliamo costringere anche Lui a servirsi del telefonino per mandarci un sms?Per carità! Diamoci una mossa e diciamoGli di tenerci stretti a Lui: abbiamo tutto da guadagnare, per noi e per gli altri!
Auguri a tutti voi!
padre Zé